Supponiamo una giornata d’inverno a Firenze, a braccetto con Loescher e Bonacci Editori a parlare d’italiano e aggiungiamo alcuni dei nomi tra i più noti in ambito di didattica d’italiano a stranieri come Giuseppe Patota, Pierangela Diadori e Paolo Balboni e concludiamo con un intervento video di Francesco Sabatini e un buon bicchiere di vino bianco.
Ora, vi viene in mente qualcosa di meglio?
Il 29 ottobre, dalle ore 9:30 alle 17 si è tenuta la conferenza (più workshop) dal nome “L’italiano competente. Abilità e strategie per l’italiano LS e L2” organizzata da Loescher e Bonacci Editori, all’interno della splendida cornice dello storico Palazzo Strozzi, ad un palmo (un paio di piani) dalla mostra su Picasso e la modernità spagnola.
Uno dopo l’altro si sono susseguiti gli interventi degli ospiti. Ad aprire le danze è stato Giuseppe Patota con una divertente esposizione sull’italiano contemporaneo e sulle frizioni tra uso e forma tra, ad esempio, passato prossimo e passato remoto (in cosa differisce l’uso fra i due? Che si tratti di una distanza cronologica dagli eventi? E allora “Dio ha creato il mondo” come ce lo spieghiamo?) o tra imperfetto indicativo e congiuntivo trapassato. Secondo Patota l’allarmismo che ruota attorno alla presunta morte del congiuntivo è dovuto all’orecchio troppo sensibile delle persone linguisticamente ben educate che, in un discorso, captano immediatamente l’errore. A dire il vero, continua, se pensiamo al linguaggio di Totò o dell’ingegner Fantozzi, ci torna in mente che nella nostra tradizione linguistico-culturale, un congiuntivo sbagliato è occasione di comicità. E lo è soprattutto quando a sbagliare sono i personaggi pubblici come Pier Ferdinando Casini che parlando di riforma della scuola asserisce: «Abbiamo bisogno di una scuola che promuova e boccia!», o qualcosa di simile, ma «promuova e boccia» l’ha detto sicuro.
Altro intervento interessante sono stati quelli di Isabella Donfrancesco che ha presentato il Grande Portale della Lingua Italiana di Rai Cultura in cui si trovano video lezioni del prof. Patota e materiale didattico di ogni forma, di Gabriele Pallotti che si è assegnato l’ingrato compito di rendere la storia più accessibile e comprensibile e, soprattutto, meno noiosa! Come? Ha riscritto la storia dei nostri vecchi e pedanti manuali di scuola applicando una semplificazione testuale, lessicale e sintattica. Un Santo. E il libro che ne è venuto fuori, forse ironicamente, s’intitola Che storia! pubblicato da Boncacci Editore. Ancora, La rassegna di immagini sacre di Giovanni Garelli che ha fornito un magistrale esempio di semplificazione e ristrutturazione di un input microlinguistico complesso relativo alla storia dell’arte, per renderlo comprensibile a studenti di italiano L2 o LS di differenti livelli, anche inferiori al livello soglia. Ci è riuscito.
E infine lui, Paolo Balboni. Esilarante e carismatico, ha rincuorato i nostri animi di docenti intimoriti parlando dell’ampio mercato dell’italiano nel mondo, della nostra immagine e delle tre “effe” che ci rendono famosi Fashion, Food, Ferrari, dei testimonial d’eccezione della nostra lingua tra cui spicca Papa Francesco che parla italiano all over the world! E poi ha detto che Eataly è il terzo posto più visitato a New York (eh?) e che ci sono molti più studenti d’italiano di quanti ne dichiari il MIUR. Grazie.
Che altro aggiungere? Ah, sì: Italian is sexy, Italian is cool!