A proposito di Curarsi con i libri che il Gramma-team adora, esiste un nuovo rimedio, tutto italiano, che arriva direttamente dalla libreria torinese Bartlebook. Arte, libri e altri rimedi di Alessandro Lana in collaborazione con lo scrittore Massimo Tallone, socio fondatore di Torinoir e direttore artistico della scuola di comunicazione e scrittura Facciamo la Lingua.
Si parla di Book Pharmacy: un graziosissimo pacchetto blu, confezionato come un farmaco d’epoca, che contiene un libro utile a curare un problema specifico.
Il concetto è sempre lo stesso: la letteratura si prende cura di noi e la lettura porta degli incredibili benefici. Primo fra tutti, come scrive Tallone stesso, visto che la letteratura è un enorme archivio di tipi umani e storie multiformi, più leggiamo meno rimaniamo sorpresi di fronte agli eventi della vita; come avevamo già scritto parlando di Björn Larsson:
Leggere equivale ad immaginare altre possibilità della vita, un’altra serie di combinazione che si può realizzare; quando qualcuno dice: “Chi avrebbe potuto immaginare qualcosa di simile?” significa che quel qualcuno manca di immaginazione, o in altre parole, ha letto pochi libri.
Ma non finisce qui, la lettura ha anche un potere visionario, «assume un carattere affine al concetto di prevenzione, dove leggere diventa un atto di profezia del possibile»:
la letteratura ci indica, in anticipo sull’esperienza concreta, ogni ombra e ogni luce, ogni piegolina di quella esperienza. Leggendo alcuni classici è come se bevessimo una pozione magica grazie alla quale ci si rivela in ogni dettaglio futuro: ecco ciò che accade percorrendo questa via, o quella.
Ma che cosa vuol dire? Significa che quando incontreremo un uomo sregolato, sboccato, geniale e intuitivo lo assoceremo al Lazzaro Santandrea di Andrea G. Pinketts, che se avete un amico in piena crisi cosmica probabilmente sta vivendo quello che vive il protagonista di Naif.Super di Erlend Loe, che se un libraio chiama la sua libreria Bartlebook forse ha letto Oceano Mare di Alessandro Baricco e il personaggio Bartleboom gli deve essere piaciuto molto.
La Book Therapy che mi è stata amabilmente regalata dall’unica persona al mondo che potrebbe farmi un regalo simile (la mia adorata “socia”) è la numero 3: Pian della Tortilla di John Steinbeck per curare l’iperattività, l’ansia da mancanza di lavoro e l’incapacità di oziare.
Bisogna sparigliare le carte, girare la frittata, bisogna provare a pensare che l’inattività è meglio di qualunque lavoro, che la vita oziosa è più divertente di quella professionale, che si vive bene anche senza fare niente.