Recensione di Roberta Cotroneo.
Il posto dei miracoli di Grace McCleen è uno di quei libri che quando arrivi alla fine rimpiangi di non aver letto prima.
Come si può intuire dal titolo, il libro parla di fede e miracoli che avvengono grazie alla fede della protagonista, Judith McPherson, una bambina di dieci anni che vive con il padre perché la madre è morta dandola alla luce. Il padre appartiene a una setta religiosa che si occupa di predicare porta a porta e avvertire gli altri che la fine del mondo è vicina e che sta per arrivare Armageddon.
Judith segue il padre in questa attività di proselitismo, di “Cose Necessarie” e di Adunanze:
Agnello ed erbe amare sono Cose Necessarie. La nostra vita è piena di Cose Necessarie perché viviamo negli Ultimi Giorni, ma le Cose Necessarie sono spesso difficili, ad esempio predicare. Predicare è necessario perché Armageddon è vicino, ma quasi tutte le persone non vogliono sentir predicare e a volte ci urlano contro.
Il libro, dopo un inizio in cui appare come un’immersione nella fede intesa in senso stretto, risulta coinvolgente proprio grazie alla visione della fede della protagonista, Judith, che è una bambina speciale perché scopre ben presto di avere dei poteri che le permettono di parlare con Dio e di far accadere dei miracoli. Questi avvengono grazie al mondo che lei ha costruito all’interno della sua camera:
C’è un mondo nella mia camera. È fatto di cose che nessun altro voleva ed è fatto con cose che erano di mia madre, che lei mi ha lasciato, e ci ho messo quasi tutta la vita per farlo. Il mondo va dalla seconda asse del pavimento accanto alla porta fino al termosifone sotto la finestra. […] Il mondo si chiama la Terra dell’Adornamento.
Questa Terra dell’Adornamento (che è anche il titolo originale del libro) è il luogo creato da Judith e in cui si rifugia quando vuole sfuggire alle angherie dei compagni di scuola, in particolare di Neil Lewis, che la scelgono come vittima di scherzi e bravate. Sono proprio le minacce di Neil Lewis, che non vede l’ora di metterle la testa nel gabinetto, a farle scoprire i suoi poteri.
Ciò che lei costruisce in camera sua per la Terra dell’Adornamento può prendere vita e diventare reale.
Proprio da un dialogo con Dio al quale pone delle domande scopre di essere un Suo Strumento. Il primo miracolo compiuto da Judith è la Neve, il sogno di tutti i bambini. Judith pensandoci intensamente e costruendo la neve finta in camera sua riesce a far nevicare. Inutile dire che questa è una delle prime cose che mi ha fatto amare questo libro; la descrizione della neve e l’entusiasmo della protagonista, mi ha fatto tornare subito bambina:
La neve non era di ovatta o scovolini o feltro. Era vera. Ho alzato la faccia verso il cielo. Il biancore mi ha sigillato occhi e labbra. Il freddo intorno a me era come silenzio.
A partire da questo miracolo, Judith si lascia un po’ prendere la mano nell’intento di punire Neil Lewis che le rende la vita impossibile a scuola. Nelle sue azioni però si deve scontrare con il padre che non vuole che la figlia parli di miracoli e cerca in tutti i modi di proteggerla senza rendersi conto che Judith è in grado di proteggersi da sola e nel padre cerca solo l’affetto che le è sempre mancato e che lui non è mai riuscito a dimostrarle a causa della sofferenza per la morte della moglie.
La fede di Judith non è una fede bigotta e ristretta come quella del padre e degli appartenenti alla loro setta ma è una fede pura, forse perché è solo una bambina e pensa di avere sulle spalle la salvezza del mondo in modo candido e sensibile.
Ciò che traspare dalla lettura di questo libro è proprio la dolcezza, la sensibilità e la voglia di scoprire il mondo attraverso gli occhi di una bambina. Questo mondo è descritto dall’autrice e dal traduttore in modo esemplare.
Al di là della storia, una delle cose affascinanti del libro è lo stile di scrittura. L’autrice, filtrata dalla penna del traduttore, utilizza un periodare rapido, conciso (le frasi sono tutte brevi) che, a mio parere, rende il romanzo scorrevole e coinvolgente.
Per tutto il libro si aspetta la fine del mondo, Armageddon, ma non con un sentimento di paura bensì di speranza. Speranza di rivedere i cari morti, di ritrovarsi in un mondo bello, senza malattie, senza guerre e in cui Dio consola gli uomini. Ma il mondo di Judith, nel corso della lettura, risulta ben più profondo e articolato della realtà descritta nel libro ed è il vero protagonista della storia.
Ed ecco come ho scoperto che tutto è possibile, in ogni momento e in ogni luogo e per ogni sorta di persone. Se pensate di no è perché non riuscite a vedere quanto ci siete vicini, quanto avete bisogno solo di una piccola cosa perché tutto venga a voi.
Il consiglio che mi sento di darvi è: leggete il libro, vi trasmetterà speranza, dolcezza e una certa convinzione che ciò che desideriamo intensamente può realizzarsi. 🙂
Titolo: Il posto dei miracoli
Autore: Grace McCleen
Pagine: 304
Editore: Einaudi
Titolo originale: The Land of Decoration
Traduttore italiano: Norman Gobetti
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo di copertina: 18 €