Introduzione alla scrittura creativa • GRAMMA-TECA

[section_title title=”Di Simona Comi.” style=”section-title”]

Inutile nascondersi, chi partecipa ad un corso di scrittura creativa lo fa perché sotto sotto crede o spera di essere uno scrittore, prima o poi. Proprio per questo, chi insegna scrittura creativa ha il dovere di specificare che, citando Raymond Carver, Il mestiere di scrivere:

Seguire un corso di scrittura creativa, come seguire dei corsi di medicina o ceramica, non basta certo a far diventare una persona un grande scrittore, un gran medico o un grande ceramista, […] ma non può neanche compromettere la possibilità di riuscirci.
Nessun insegnante, nessuna mole di studi, può trasformare in scrittore qualcuno che è costituzionalmente inadatto a fare lo scrittore. Ma chiunque s’imbarchi in una professione o segua una vocazione, rischia fallimenti e delusioni.
Ma è anche vero che: ci sono degli apprendisti tra i musicisti, i compositori e i pittori, dunque perché non anche tra gli scrittori?

Bisogna anche specificare, come ha giustamente puntualizzato Daniela Negri nella nostra intervista, che un corso di scrittura è prima di tutto un corso di lettura, che si possono apprendere dei metodi e delle tecniche, che si può conoscere meglio se stessi e al contempo confrontarsi con gli altri e comunicare perché è per loro che scrive, perché la scrittura non è altro che un atto di comunicazione.

Per affrontare la lezione di introduzione alla scrittura creativa, Gramma-teca propone in prima istanza di fare ai nostri studenti delle domande e poi di scoprire insieme quali siano state le risposte dei grandi scrittori che si sono occupati di creative writing.

Al termine della presentazione, argomentata e commentata, si può iniziare con un piccolo esercizio di “riscaldamento” come il centone. Vi è mai capito di annotare frasi di libri, di canzoni o i loro titoli (io non faccio altro!)? Se provate ad accostarli e a dargli un senso compiuto, avrete creato un centone. Ad esempio: