Ho conosciuto Alessandra Racca qualche anno fa ad un ormai remoto Pisa Book Festival e da allora continuo a seguirla come una stalker.
Ero una giovane donna di belle speranze (e di belle speranze lo sono ancora) e ho riversato su Poesie antirughe (la prima raccolta letta) tutte le mie amicizie, le mie colazioni e le mie pinte, ovvero i momenti migliori condivisi con le amiche di sempre e di allora.
Ricordo che divorai le sue poesie in una notte, come le bottiglie di vino con la mia amica sarda, perché era quello di cui avevo bisogno (di quei bicchieri e di quelle letture), perché erano le parole che da una vita aspettavo di sentire. L’intervista fatta ad Alessandra era un bisogno avaro di capire di più, volevo scoprire se c’era altro da sapere, altre verità da sentirmi rivelare.
Lei come una guru e le sue poesie come un mantra mi hanno accompagnata sempre, hanno riempito bigliettini d’auguri e post it d’amore, hanno descritto i momenti migliori e quelli peggiori della mia vita, sono state i più onesti consigli per le mie amiche e una cornice perfetta per le mie polaroid.
Il tempo è passato, a me sono successe tante cose e Alessandra ha pubblicato ben altre due raccolte sempre con NEO Edizioni, i migliori (e i più fighi) editori indipendenti d’Italia del momento.
E sarà che sono ossessionata da questa donna e sarà che ci vedo una strana connessione tra la mia vita e le sue poesie ma ho ben notato che il complicarsi del primo fattore (la mia vita) è direttamente proporzionale alla complessità del secondo (le sue poesie). E quindi continuo a trovare risposte, consolazioni, vergogne e vaneggiamenti quotidiani nelle parole che Alessandra mette in fila e manda a capo.
Nella foga della presentazione della nuova raccolta e fino al momento dell’acquisto della stessa ho creduto che s’intitolasse Consigli di volo per bipedi peNsanti e, devo ammettere, lo trovavo comunque abbastanza adeguato, sufficientemente coinvolgente. Quando invece, libro alla mano, ho letto Consigli di volo per bipedi pesanti la cara vecchia empatia è stata totale e mi sono sentita subito rappresentata.
La copertina di questo «inno alla leggerezza» è fra le più belle e lascia presagire una crescita sia della poetessa che degli editori; i colori accesi e ben bilanciati, l’illustrazione di Stella “littlepoints…” Venturo (bravissima) creano un effetto delicato, incisivo e di presa immediata sul lettore.
La raccolta, fatta di poesie sciolte o raccolte in serie, è corposa, vivace e variegata. Dalla poesia di apertura Piccolo pellegrinaggio da fare per salvarsi la vita da sole (con importanti promemoria per la spesa e la vita casalinga) alle micro raccolte, si capisce che siamo avanti, in una fase non voglio dire matura e perciò dirò più consapevole, della vita di una donna compiuta e fiera del suo modo di stare al mondo.
Uno dei temi più ricorrenti è quello della casa, detentrice di ricordi e di vita da vivere, con i piccoli oggetti che la compongono, i suoi muri e i suoi abitanti. Una casa fatta di abitudini consolidate e di scaffali pieni di libri, di colazioni a letto e di famiglia.
Il tempo che continua il suo corso e si dilata riporta indietro la poetessa ai ricordi d’infanzia, ai profumi e alla cucina della “casa madre”, alle insicurezze dell’adolescenza; come se vivesse in un momento della vita fatto di desideri ancora inattesi e in cui sia il passato che il futuro sembrano lontani. Nel frattempo, la cura di se stessa e delle piccole cose, i discorsi sulla poesia, il valore delle amicizie e delle persone che si è disposti ad amare.
Le poesie si susseguono senza un ordine apparente, così come accadono le cose della vita.
Le parole isolano significati, sono un’istantanea di piccoli momenti o grandi eventi che siamo abituati a vivere passivamente. Alessandra, invece, si ferma ad osservarli, li cattura e li descrive con parole semplici e profonde per noi bipedi pesanti e sempre di fretta.
Forse un po’ meno frizzante ma sempre autoironica, più introspettiva, più acuta e con la solita grande sensibilità, Alessandra Racca e i suoi Consigli per bipedi pesanti continuano a fare breccia nel mio cuore. E chissà che io non riesca davvero a spiccare il volo.
Consigliato assieme ad un bicchiere di vino.