Da generazioni, la leggenda narra, che ogni componente della Famiglia se ne vada di notte, senza eccezione alcuna.
Sembra tuttavia che alle prime luci del giorno quasi ci si dimentichi di essere mortali, e ci si goda obbligatoriamente ogni istante quotidiano, dalle lunghe colazioni abbondanti al gesto ordinario di pettinarsi i capelli. Modesto, il maggiordomo, garantisce con cura e precisione l’osservanza di ogni abitudine, di ogni rituale, rispettandolo col rigore della ripetizione, affinché ogni giorno sia meravigliosamente uguale.
Non c’è spazio per l’imprevedibile e si riceve ogni cosa come necessaria, se non persino voluta senza saperlo. La Sposa giovane, promessa in moglie di un Figlio che sta lontano e che si attende, viene accolta come ci fosse sempre stata.
Eppure è faticoso abituarsi all’abitudine senza perderne il senso, ma vivendo ogni cosa come fosse la prima volta, con coraggio, passione e dedizione per non perdersi, in gesti sospesi, in risposte senza domande, in frutti mezzi sbucciati, sapendo che alla fine non lasciamo tracce nel nostro cammino e che le cose, le persone, le idee si offrono a noi come agli altri e non importa tutto quello che abbiamo voluto farci star dentro.
E nella notte tutti cercano di salvarsi.
Alessandro Baricco sa bene quello che fa perché lo fa tutti i giorni, con un stile ricco e fuori dal tempo, non sfugge ai manierismi se pur non privi di sostanza. Sono i personaggi a voler parlare, raccontare e si servono di lui, per farci vivere la bellezza che si cela dietro uno sguardo e una semplice bocca.
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