di Vincenzo Adamo
Giunto ormai alla 10° edizione, il Lucca Film Festival sta iniziando ad imporsi come uno dei festival del cinema più attesi nel territorio nazionale. Il grande salto di qualità poteva avvenire proprio quest’anno, essendo riusciti (impresa non da poco) a portare nella cittadina toscana uno dei più grandi registi contemporanei: David Lynch.
Lynch non ha certo bisogno di grandi presentazioni: poliedrico regista, debuttò nel mondo cinematografico con Eraserhead, divenuto un cult del cinema surrealista moderno, film amato da Kubrick e da Mel Brooks a tal punto che quest’ultimo, dopo averlo visto, decise di commissionare ad un Lynch praticamente esordiente, Elephant Man. La consacrazione definitiva arrivò con un altro cult del calibro di Velluto Blu e i suoi due capolavori Strade Perdute e Mulholland Drive. Contemporaneamente, con Twin Peaks, ribaltò del tutto il concetto di telefilm, riuscendo a far convergere generi apparentemente opposti (dal thriller, al dramma romantico, al surrealismo), creando uno stile che rimase impresso nella memoria collettiva degli anni ‘90 e gettando le basi per molti telefilm odierni. Tutti questi successi gli valsero numerose onorificenze quali un Leone d’oro alla carriera, tre nomination agli Oscar e una Palma d’oro nel 1990 per Cuore Selvaggio.
Ma David Lynch non è solo sinonimo di cinema. Il regista americano ha espresso le sue qualità anche in numerosi altri campi quali la pittura, la fotografia e la musica sia collaborando alle colonne sonore dei suoi film insieme all’amico compositore Angelo Badalamenti, sia pubblicando due album di inediti che spaziano dal rock sperimentale all’elettronica (senza dimenticare la dark ambient dei debutti).
Inoltre, David Lynch si è fatto carico di una sorta di missione personale: far conoscere gli effetti benefici della meditazione trascendentale ad un pubblico più vasto possibile, istituendo numerosi enti e promuovendo numerosi progetti, alcuni dei quali proprio in Italia. Di fatto, di questo ha trattato la prima delle due conferenze (nella seconda si è discusso di cinema) programmate per il Lucca Film Festival.
Purtroppo è proprio in questo che l’organizzazione del festival, forse per l’inesperienza forse per qualche ingenuità di troppo, ha in un certo senso deluso, per non dire fallito. Di fatto, le location scelte per le conferenze non erano per nulla adeguate ad accogliere un’ondata di folla proveniente da tutte le parti della Toscana e non solo; e anche se è stato notevole che la partecipazione a molte iniziative fosse gratuita, è anche vero che a molte altre, come alla stessa conferenza di Lynch, abbiano potuto assistere solo i più fortunati (o i più amici) a tutti gli altri invece, è toccato ascoltare un altoparlante o guardare una proiezione in una stanza anche questa di dimensioni ridotte.
Una tra le iniziative gratuite è stata appunto la mostra DAVID LYNCH: Lost Visions. L’indiscreto fascino dello sguardo, che sarà accessibile fino al 9 novembre 2014, appena fuori le mura della città, nei nuovi spazi dell’Archivio di Stato. La mostra è divisa in ben tre piani e raccoglie numerose opere del regista, in particolare due serie fotografiche in bianco e nero: Small Stories e Women and Machines, e una suite di litografie realizzate a partire dal 2007.
Small Stories racchiude in sé tutte l’ambientazione onirica e l’alone di mistero che hanno reso celebre Lynch grazie a personaggi inquietanti e alle ambientazioni isolate e distorte, mentre in Women and Machines, l’artista riesce ad amalgamare la rigidità delle macchine industriali con la delicatezza del corpo femminile. Un ampio spazio è inoltre dedicato a numerose litografie e disegni, mentre al terzo piano sono presenti due sale video: in una è possibile visionare i suoi cortometraggi, i videoclip e spot pubblicitari, mentre nella sala principale è presente una videointervista, in cui il regista ripercorre la sua carriera dagli esordi fino ad oggi, trattando diversi temi, dal suo amore per la pittura, passando dal binomio fortuna-talento nella vita, fino alla decisione di passare dalla registrazione in pellicola a quella digitale.
Nella serata del 28 settembre sono state dedicate al regista anche un’installazione sonora interattiva e un concerto con una selezione musicale delle colonne sonore del regista.
Nel ricordarvi che il festival sarà attivo fino al 3 ottobre, vi invito a recarvi a Lucca oltre che per ammirare la mostra e la retrospettiva cinematografica dedicata al grande regista americano, anche per i numerosi film in concorso; chi può dire che tra questi registi non ci sia un futuro David Lynch?