Dopo tanti anni a guardare incantata le immagini e il programma del Festivaletteratura che scorrevano sul mio pc, sono finalmente riuscita ad andarci di persona.
La prima cosa è Mantova. Una città bellissima e che trasuda storia da ogni ciottolo, così affascinante che ai milioni di zanzare che ti ronzano intorno e decorano il tuo corpo come fosse il gioco di unire i puntini nemmeno ci fai caso.
La seconda sono i volontari. Giovanissimi ragazzi che si sentono parte di qualcosa e che sono fieri di stare lì ad aiutare il pubblico, a fotografare, a presentare gli eventi, a fare gruppo e a chiacchierare di libri e scrittori… in assoluta la forza del festival!
La terza è che ci sono pochi libri, al loro posto, gli scrittori. Il Festivaletteratura è il luogo in cui sono le persone a incontrarsi. Chi scrive si porta dietro la sua storia e la racconta a chi ascolta, è un dialogo aperto. E poi, cosa non da poco, li si incontra per strada, mentre si spostano da un palazzo all’altro, e non tra gli stand di una fiera. E la letteratura è tutta lì nell’aria.
La quarta, sono le micro iniziative come “Una città in libri” e il “Copiaincolla Park”. In ordine, una proposta di libri che è un’esplorazione letteraria di una città come San Pietroburgo, la cui bibliografia è scaricabile dal sito del Festivaletteratura; e “tra te e the” un graziosissimo angolino di Palazzo Castiglioni in cui scambiare libri e assistere a reading letterari come quello (bello!) dedicato all’americana Harper Lee (che tornerà tra i nostri scaffali il 19 novembre con Va’, metti una sentinella, edito Feltrinelli).
La quinta (e l’ultima) è di nuovo Mantova. Tutta la città in festa per questo evento, mercatini vintage e handmade, orecchini a forma di libro, taccuini rilegati a mano, vetrine di negozi d’abbigliamento trasformate in quadri letterari, dipinte con citazioni ad effetto e allestite con colori, creatività e amore per la letteratura.