Il 23 ottobre 1920 nasceva in Piemonte Gianni Rodari, un nome che è ormai diventato un simbolo della letteratura per bambini e della scrittura per l’infanzia. Dalla militanza nell’azione cattolica, all’insegnamento, al giornalismo politico per l’Unità, il giornalista approda all’Einaudi per la quale pubblica nel 1960 Filastrocca in cielo e in terra. È un successo nazionale.
Continua a scrivere e ad operare per creare mondi fatti di immagini e parole in cui i bambini potessero perdersi, sognare e crescere.
Nel 1970 l’ambitissimo premio “Andersen“, il più importante a livello internazionale per quanto riguarda la letteratura dell’infanzia, il premio per gli autori e i protagonisti dell’editoria dell’infanzia il cui sito si apre con questo motto: «Immaginare è marinare le ore noiose della vita». Sto gongolando.
Grande artista, artigiano di parole, fautore della glottodidattica ludica (per i più esperti citiamo un must della didattica dell’infanzia, la cosiddetta rule of forgetting ovvero, dimenticando che si sta imparando, s’impara!) e della “grammatica in rima”, guarda al bambino come un essere socialmente definito e attivo. Come mi ha insegnato la maestra Mariella, non esistono cose che non si possono dire ad un bambino, basta solo usare le parole giuste per renderle “percepibili” dal sistema di significati che usa il bambino per concepire la realtà.
Il 2010 è stato l’anno del 90° anniversario dalla nascita (aggiunge wikipedia: il 40° dalla consegna del premio “Andersen” e il 30° dalla morte) e molte sono state le iniziative in suo onore e memoria.
Bruno Munari, invece, nasceva oggi, il 24 ottobre, ma nel 1907. Una straordinaria coincidenza. Artista e designer che, come Rodari, ma dal punto di vista dell’arte e dei giochi, fornisce ai più piccoli strumenti divertenti per lo sviluppo della fantasia e della creatività. Scrive libri per l’infanzia e organizza laboratori per i bambini (il primo in un museo, nella Pinacoteca di Brera a Milano e iprima realizzazione del suo progetto educativo). UAO. L’ABM, Associazione “Bruno Munari“, fondata dal figlio Alberto, continua ad essere attiva con la proposta di laboratori “ad arte” per i più piccoli. E io continuo a gongolare.
«C’è sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri».
Giocare con l’arte e le parole, giocando s’impara.
Nel 2010, il Gramma-team (che non era ancora Gramma-team ma che era già Gramma-team), aveva mosso i suoi primi passi verso un lungo viale alberato e pieno di foglie volanti per arrivare al Centro espositivo SMS, San Michele degli Scalzi, di Pisa in cui era stata organizzata una mostra in memoria di Bruno Munari dal titolo “ABC e altri giochi”.
Di tutto quello stare a bocca aperta rimango le foto e le condividiamo per dire grazie.
Poi (altra coincidenza straordinaria), oggi è il mio compleanno ed ho appena deciso di regalarmi Grammatica della fantasia perché dalla citazione che vi riporto qui sotto, si evince che non posso farne a meno:
«Se bambino scrive nel suo quaderno ‘l’ago di Garda’, ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo ‘ago’ importantissimo, segnato anche sulle carte d’Italia. La luna si rispecchierà sulla punta o sulla cruna? Si pungerà il naso ? […] Un ‘libbro’ con due b sarà soltanto un libro più pesante degli altri, o un libro sbagliato, o un libro pessimo?».