Il 23 aprile è una data simbolica che racchiude e porta con sé leggende e tradizioni.
La leggenda di Sant Jordi e del drago che uccise per salvare la principessa è nota in molti paesi europei, ma è soprattutto in Catalogna che ha trovato maggiore diffusione e dove è tuttora molto sentita e celebrata.
Secondo la tradizione, il sangue sgorgato dal drago esanime alimentò un roseto da cui San Jordi recise una rosa che portò in dono alla principessa salvata.
In questo stesso giorno, a partire dal Medioevo, si diffuse la tradizione di donare una rosa alla propria dama.
Ma il 23 aprile è anche la data in cui, curiosamente, morirono due giganti della letteratura: Cervantes e Shakespeare, entrambi nel 1616.
Così, nel 1923 un libraio catalano propose di celebrare il 23 aprile come “giornata del libro” e sebbene celebrata sin dal 1926, fu solo dal 1995, a seguito di una proposta del governo catalano, che venne dichiarata dall’UNESCO “Giornata mondiale del libro“.
Dunque alla tradizione di ricevere una rosa si accosta a quella di ricambiare regalando un libro.
Anche se ormai diffusa in tutta la Spagna, è stata la Catalogna a fare di questo miscuglio di leggende e tradizioni una festa fortemente simbolica e dal carattere nazionalista, soprattutto durante gli anni del franchismo.
Ed ecco che, in un bel clima primaverile, le strade catalane si riempono di banchetti di libri e di ambulanti di fiori che assieme a balli e castells(torri umane) diventano una vera e propria celebrazione popolare.
Per quest’anno però Sant Jordi, i libri e le rose sono rimandati al 23 luglio 2020.