Babbel per imparare le lingue

[section_title title=”Di Giorgia Papagno.” style=”section-title-gray”]

In quanto specializzata in didattica dell’italiano come lingua straniera e grazie alla mia lunga esperienza di studio all’estero sono una tenace sostenitrice dell’insostituibilità della figura del docente e della necessità di contatto umano diretto nello sviluppo delle competenze linguistiche. Le nuove tecnologie rappresentano sicuramente uno strumento fondamentale nel panorama glottodidattico odierno, ma non possono costituire l’unico canale di apprendimento.

Tuttavia…

Non so, sarà stata colpa della pubblicità accattivante di cui ahimè anch’io a volte cado vittima, del fascino naif dei protagonisti maschili delle clip caricate sul canale youtube della piattaforma, o semplicemente del fatto che spesso il desiderio di apprendere una nuova lingua è ostacolato dalla mancanza di tempo e di finanze, ma circa tre mesi fa, in una di quelle meste serate autunnali passate a navigare passivamente come una solitaria naufraga del web, ho deciso di iscrivermi a Babbel.

Già da tempo covavo il desiderio di riprendere in mano lo spagnolo, timidamente approcciato ai tempi del liceo e poi brutalmente abbandonato; e così, lottando contro la mia scarsa abilità informatica, contro i miei sensi di colpa da promotrice del metodo umanistico-affettivo e la mia diffidenza verso gli abbonamenti online, alla modica cifra di circa 10 euro mensili mi sono tuffata alla scoperta della piattaforma.

La fase di registrazione dura pochi minuti, si imposta la lingua che si desidera apprendere e immediatamente si ottiene accesso illimitato a tutti i corsi disponibili, a loro volta suddivisi in sottocategorie, tra topic grammaticali, lessico ed espressioni idiomatiche raggruppate secondo nuclei tematici, comprensione scritta e orale. Babbel permette inoltre di scegliere fra tre diverse modalità di apprendimento: tramite scrittura, riconoscimento vocale o carte didattiche. Incuriosita opto per la seconda opzione, e scelgo di iniziare la mia avventura dal corso per principianti 3, calibrato per il raggiungimento del livello A2.
Inspiegabilmente, dopo due ore letteralmente volate, ho già virtualmente stretto amicizia con studenti spagnoli interessati all’apprendimento dell’italiano (la piattaforma funziona anche come community globale) e mi trovo impegnata in una correzione peer-to-peer di una breve composizione scritta mentre robotizzo nel microfono del computer “NO COMO NI CARNE NI PESCADO”.

Le tecniche didattiche su cui si basa Babbel sono soprattutto legate al collegamento parola-immagine e alla ripetizione orale e scritta, il profilo registra automaticamente i progressi ed è previsto un ripasso periodico dei termini e delle strutture studiate tramite il metodo della spaced repetition.

Dopo due mesi di esercizio costante (circa un’ora al giorno) mi sono accorta, guardando un film spagnolo non doppiato, di aver assorbito molto più di quanto non mi fossi consciamente resa conto. Sicuramente il mio apprendimento è facilitato dal fatto che, nonostante Babbel non possa rispondere in modo esauriente alle esigenze e ai ritmi del singolo, io sia riuscita utilizzando le strategie che in qualità di insegnante di lingua utilizzerei con un mio studente, a creare un percorso personalizzato integrandolo con manualistica, appunti cartacei e materiale supplementare di varia fonte e consultando amici e colleghi con un livello di spagnolo avanzato.

Per tornare ai miei dubbi esistenziali, quando mi viene chiesto se Babbel funziona credo che sia necessario definire che cosa si intenda con “funziona”. Se è vero che la struttura dei corsi dà all’utente l’impressione di progredire molto velocemente va sottolineato che questo progresso è fittizio poiché la piattaforma non consente di effettuare quella riflessione ragionata sulla lingua che permette di interiorizzare grammatica e uso in contesto, ma è fondamentalmente basata sull’automatismo, sicuramente più divertente delle vetuste batterie di esercizi strutturali o dal classico book on the table, ma comunque superficiale e superato.

Continuerò ad esercitarmi con Babbel? La risposta è sì.
Credo che a fine giornata, quando sono troppo stanca per aprire un libro e troppo orgogliosa per cedere alla tentazione dello zapping, la piattaforma offra un ottimo compromesso tra svago e attività costruttiva; non annoia e nonostante le tecniche impiegate siano molto limitate, c’è un’ampia scelta di percorsi dedicati a tematiche moderne e di interesse, come un mini corso sul lessico musicale e dei concerti o sul linguaggio del mondo del lavoro. La piattaforma in sé può soddisfare in minima parte le esigenze dell’apprendente principiante e risulta decisamente troppo semplice per chi ha già raggiunto un livello avanzato, ma l’intero concept può essere il trampolino di lancio per intraprendere con positività un percorso di apprendimento completo cui integrare l’utilizzo dell’applicazione, tanto che, dopo mesi di tentennamento, ho finalmente fissato la partenza per un soggiorno linguistico in Spagna, dove seguirò veri corsi con professori e compagni di classe in carne ed ossa.
Ma forse, durante l’attesa in aeroporto, mi diletterò con Babbel.