Educare alla sua conoscenza […] è soprattutto un obbligo morale nei confronti delle nuove generazioni che all’inglese sempre con maggiore difficoltà potranno rinunciare se vorranno acquisire piena cittadinanza nel mondo e nel loro tempo, e avere in tal modo quante più opportunità possibili di realizzazione personali e professionali.
Il volume Educare i bambini alla lingua inglese. Teoria e pratica dell’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia, raccoglie molti contributi di spessore relativi alla didattica e all’apprendimento della lingua inglese. Dalla storia, alle neuroscienze, alle variabili psico-affettive, l’argomento è ampiamente da trattato da studiosi quali Paolo Balboni, Matteo Santipolo (curatore del libro) e Luciana Favaro, esperta di glottodidattica per la scuola dell’infanzia e primaria, e molti altri.
Di quest’ultima ho trovato particolarmente interessante nonché utile e pratico l’intervento Tecniche didattiche per l’insegnamento dell’inglese nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria del quale proverò a fare un resoconto.
Secondo la dr.ssa Favaro, avvicinare i bambini ad una nuova lingua significa accompagnarli in un processo di crescita e di scoperta molto stimolante non solo per chi apprende ma anche per chi insegna.
Il docente, oltre ad aver un buon livello di conoscenza della lingua, deve sfruttare al massimo tutte le occasioni per fornire ai bambini quanti più input possibili: «Se un bambino starnutisce, l’insegnante non si farà sfuggire l’opportunità di proporre: “Bless you! Here is a tissue! Blow your nose!”», deve programmare la propria attività prestando attenzione a tutti gli elementi necessari per la pianificazione didattica (per esempio, bisogni comunicativi o conoscenze pregresse dei bambini) e, elemento di fondamentale importanza, deve stimolare nei piccoli apprendenti, un atteggiamento positivo verso le lingue:
Scoprire l’esistenza di altre lingue oltre alla nostra, apprenderne le caratteristiche linguistiche, comprendere che la lingua è un riflesso della cultura di un popolo, scoprire che attraverso di essa è possibile entrare in relazione con altre persone che parlano una lingua diversa dalla nostra sono tutti aspetti che contribuiscono alla crescita complessiva, allo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale di una persona.
Nella scuola dell’infanzia, la glottodidattica italiana ha largamente adottato l’approccio formativo-comunicativo: i bambini conoscono la realtà che li circonda, imparano fattivamente e fisicamente (a livello psico-sensoriale) dalla proprie esperienze, da attività di tipo pratico e ludico e dalla ripetitività di azioni, contesti e situazioni.
La dr.ssa Favaro presenta poi una serie di tecniche glottodidattiche per la scuola dell’infanzia pensate perlopiù per l’acquisizione orale della lingua straniera che qui mi limiterò ad elencare:
- warming-up (riscaldamento)
- giochi di memoria
- storytelling (racconto di storie)
- manipolazione (carta, forbici e colla!)
- canzoni e nursery rhymes
- TPR (tecniche psicomotorie)
- flashcards (immagini)
- disegno e colorazione
- routine
Per approfondire queste tecniche potete consultare il nozionario di glottodidattica.